Caloveto: tra cultura e religione

Caloveto  è un comune di 1.267 abitanti della provincia di Cosenza, dove l’agricoltura e la viticoltura sono le attività prevalenti. È situato sulla riva destra del fiume Trionto a 386 m sul livello del mare. Conserva una strada di origine visigotica di cui si trovano i resti in un tratto nei pressi del camposanto.Il nome del paese deriva dal greco kalyvites che significa “abitanti di capanna”.

Caloveto nacque nel IX secolo, allorquando un gruppo di monaci acemeti vi si stabilì, scavando nella roccia una serie di grotte, che funsero da Monastero (in cui venerare il loro santo, Giovanni Calibita), nonché da chiesa e da approvvigionamento idrico degli abitanti che da lì a poco popolarono il borgo. Col tempo, quindi, attorno al monastero di S. Giovanni Calabita, si addensò una piccola comunità agricola che diede origine a Caloveto. Il suddetto monastero, originariamente di rito greco e poi (1237) latinizzato dai Benedettini, ospitò nell’anno 1003 S. Bartolomeo da Rossano, allora ancora dodicenne, che vi restò per tutto il tempo in cui non si perfezionò nello studio dei sacri testi e nella disciplina della vita monastica. Il cenobio medievale prosperò sotto i Normanni ed il paese si estese passando da una dominazione all’altra. Infeudato inizialmente ai Sangineto, Caloveto passò successivamente ai Santangelo, ai Ruffo di Montalto, ai Guindazzo (1471), ai Cavaniglia (1480), ai d’Aragona duchi di Montalto (1507-1593), ai Mandatoriccio (1593-1696) ed infine ai Sambiase, Principi di Campana (1696-1806).

Del comune di Caloveto fanno parte anche le frazioni di Dema (1,04 km), Liboia (3,65 km), Sferracavallo (3,59 km), Trionto (2,22 km): il numero in parentesi indicato dopo ciascuna frazione indica la distanza in chilometri tra la stessa frazione e il comune di Caloveto.

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