Robot, intelligenza artificiale e riciclo

Come la robotica potrebbe modificare le filiere circolari e l’industria in generale. L’accento oggi è posto soltanto nella riduzione del personale, con grandi miglioramenti in efficienza e qualità.

Scena 1: il contesto è quello consueto degli impianti di cernita e separazione dei rifiuti: un nastro trasportatore fa scorrere un flusso di oggetti eterogenei, destinati a essere separati e inviati nelle aree di lavorazione corrette prima di essere imballati e trasferiti.

Ma qui non sono occhi e mani dell’uomo a gestire il sistema di smistamento. Al loro posto, braccia robotizzate raccolgono oggetti e li indirizzano nei contenitori giusti. Il processo è guidato da telecamere e computer in grado di identificare e catalogare rapidamente materiali e oggetti di ogni tipo.

Scena 2: un camion automatico di rifiuti e riciclo a caricamento laterale completa il suo percorso. Si avvicina a una villetta, e un braccio si protende dal camion, afferra il contenitore e lo deposita nel fondo del cassone. Ma nell’abitacolo non c’è nessuno. Il percorso del camion è stato programmato per consentire al camion di completare il proprio giro da solo.

Queste scene non provengono da un futuro lontano, sono tecnologie che vengono sviluppate e testate in questo momento. La domanda è se queste tecnologie siano veramente efficaci e, in caso affermativo, quale sarà il loro impatto sull’occupazione, già in crisi.

La spinta all’automazione non è cosa nuova, nemmeno nel settore dei rifiuti. Pensiamo alle macchine di raccolta mono-operatore, quelle che sostituiscono le squadre di raccolta formate da almeno tre operatori (l’autista del camion più due addetti al posizionamento dei cassonetti) con il solo autista del mezzo: esse lavorano già da anni, e il loro impiego, in realtà complesse e fortemente sindacalizzate come le ex aziende municipalizzate di rifiuti urbani, ha creato non pochi problemi.

Ma ora il salto è epocale: si pensa di passare da ‘pochi operatori’ a ‘zero operatori‘. Le nuove tecnologie, che proprio non prevedono il lavoro umano, stanno cominciando a essere testate nell’industria dei rifiuti e in altre industrie come il trasporto e la produzione. Alcune aziende pioniere hanno già visto miglioramenti non solo nelle casse aziendali, meno gravate da stipendi e contributi, ma anche nelle operazioni, nella sicurezza e nella qualità dei materiali in uscita.

A cosa porterà tutto questo, non è dato sapere. Nella visione più ottimistica, tutta questa tecnologia porterà a un miglioramento dell’efficienza dell’industria del riciclo, alimentata da nuovi flussi di materiali più puri ed economici, e la perdita di posti di lavoro nella cernita potrebbe essere compensata dalle successive fasi di produzione da materiale riciclato.

Resta il fatto che in questo momento possiamo osservare un preoccupante sforzo congiunto, con investimenti cospicui, tra aziende di rifiuti e riciclo, produttori di impianti e aziende della robotica per verificare la resa delle tecnologie AI per la cernita dei materiali, per aumentare l’efficienza del riciclo e ridurre la contaminazione.

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